Work
Where did the idea
to blow bubbles with farts?
It comes from the very
basis of the semiotic algorithm of my art that I use to create a sense of
dissonant conceptual/aesthetic elements trying to launch a viewer’s ambivalent
emotions, to make it as a bouquet — complex, ambiguous — something to dwell on,
to understand inner feelings. Movies, music, literature — these formats allow
you to accompany the viewer from the beginning to the end — to bring him to the
culmination, to an emotional experience. Still an image can’t bring the
recipient anywhere — it’s motionless. That’s why I try to find the other ways
to manipulate with my viewer’s emotional aspect by these ambivalent codes. Siesta
is a bright “literary” example of this approach — classical aesthetics of
melancholically-romantic beauty goes hand in hand with a bit impudent humor,
co-creating a different perception.
What is the very
moment someone realize to be an artist?
I didn’t choose this path.
I just grew up on it. There was many factors. My health, for example — I
couldn’t scamper around and play street football with other kids because of my
congenital heart disease, so I found an alternative way of expression. My
grandfather was a great artist, he helped me on this way. So, this is my
reality and I do not know any other empirically.
How much importance
takes provocation today in attracting attention to your message?
I’ll paraphrase Franz
Kafka: “An art must be the axe for the frozen sea within us”. Yes, it’s important
for the art to be able to pull out the viewer out from this worldwide infernal
trance — even just for a short time. Aristotle in his Poetics wrote
that the art has to rend, to summon the catharsis. But there is a really great
difference between the refined, meaningful provocation and a simple, vulgar
shocking one. I’m against the second one.
Human body: an
ideal way to express every mood or, simply, one of the subjects still very
popular?
For me primarily this is
what inspires me most of all. Femininity. Besides a naked character is detached
from any epoch — it becomes a clear archetypical symbol, universal and basic at
the same time — it’s the best code for the semiotic aspect of the work, and at
the same time it’s the strongest irritant for the emotional dimension, because
the beauty is one of the most vigorous weapons to manipulate with human
feelings.
“The new artist
remains true to himself both in life and art” — quote Viesturs Avots: How many
new artists do you know?
We live in a time, when each
of us is an artist. All my surroundings basically consist of artists, but most
of them in
It seems that, in
spite of the crisis in heterosexual relationships, couples still believe in the
marriage union: love always remains?
Not always. Love can appear
from the ashes of “being-in-love” chemistry, if a couple is able to accept each
other as they are, and both of them are able to look in common direction. Work
your best for relations you care of and your efforts shall bring the results —
that’s my trivial belief.
The memory of your
childhood you’re most fond of:
Maybe it could be something
from
The right
soundtrack for your art:
My works are different,
each of them has its own mood. Maybe Mozart’s Lacrimosa. Chopin or
Schumann also would sound good. The Cure has got a lot of songs in a right
mood. Of course there’s a lot of kitschy works, that ask for something bright,
colorful and dynamic, some raw techno or even industrial — for example CD Biopunk
Romantica by my own electronic project Koronar —, but generally I see my
art as some kind of a trial to break through to the transcendence, away from
our determined, imperfect existence, and classical music is the best
accompaniment in this case.
Thanks
ITA:
Da dove nasce
l’idea di fare le bolle di sapone con le puzzette?
Proviene dalla stessa base
dell’algoritmo semiotico della mia arte. Lo adopero per creare un senso di
elementi estetici/concettuali dissonanti che cerchino di catturare le emozioni
di uno spettatore, per renderlo come un bouquet — complesso, ambiguo —,
qualcosa su cui soffermarsi per comprendere i sentimenti interiori. Film,
musica, letteratura: questi linguaggi consentono di accompagnare lo spettatore
dall’inizio alla fine, conducendolo al culmine, a un’esperienza emotiva. La
sola immagine non può portare il destinatario ovunque: è immobile. Ecco perché
cerco altre vie per sperimentare con l’aspetto emotivo di chi assiste. Siesta
è un luminoso esempio “letterario” di questo approccio — l’estetica classica
della bellezza malinconico-romantica va di pari passo con un po’ di impudente
umorismo, co-creando una percezione diversa.
Qual è il momento
preciso in cui ci si rende conto di essere artista?
Non l’ho scelta io, questa
strada. Ci sono cresciuto. C’erano un sacco di fattori. La mia salute, per
esempio — non ho potuto scorrazzare in giro per strada e giocare a calcio con
gli altri bambini, a causa della mia malattia cardiaca congenita, così ho trovato
un modo alternativo per esprimermi. Mio nonno era un grande artista, mi ha
aiutato. Questa è la mia realtà, non ne conosco altre.
Che importanza
assume oggi la provocazione nell’attirare attenzione sul proprio messaggio?
Parafrasando Kafka: “Un’arte deve essere la scure per il mare gelato ch’è
dentro di noi”. Sì, è importante nell’arte essere in grado di trascinare lo
spettatore fuori da questa trance infernale del mondo — anche se solo per un
breve periodo di tempo. Aristotele
nella sua Poetica, ha scritto che l’arte deve lacerare, evocare la
catarsi. Ma c’è davvero una grande differenza tra la raffinata significativa
provocazione e un’altra più semplice, volgare e scioccante. Sono contro
quest’ultima.
Il corpo umano: un
modo ideale per esprimere ogni stato d’animo o, semplicemente, uno dei temi che
ancora tira?
Per quanto mi riguarda, è
ciò che mi ispira più di tutti: la femminilità. Inoltre, un personaggio nudo
emerge da ogni epoca. Diventa un chiaro simbolo archetipico, universale ed
essenziale allo stesso tempo. È il miglior codice per l’aspetto semiotico
“Il nuovo artista rimane
fedele a se stesso, sia nella vita che nell’arte” — cit. Viesturs Avots: Quanti
nuovi artisti conosci?
Viviamo in un tempo in cui
ognuno di noi è un artista. Il mio ambiente è costituito essenzialmente da
artisti, ma la maggior parte di loro, in Lettonia, opera in generi lievemente
differenti — concettualismo, per lo più. Quindi, pur essendo vicini di casa,
viviamo comunque in universi dissimili, ispirati da aspetti diversi.
Sembra che,
nonostante la crisi nei rapporti eterosessuali, le coppie credano ancora nel
matrimonio: l’amore rimane sempre?
Non sempre. L’amore può
apparire dalle ceneri della chimica dell’”essere innamorati”, se una coppia è
in grado di accettare l’altro così com’è, ed entrambe le parti riescono a
guardare in una direzione comune. Fai il massimo per le relazioni a cui tieni
di più e i tuoi sforzi porteranno a dei risultati — è la mia banale
convinzione.
Il ricordo della
tua infanzia a cui sei più affezionato:
Forse qualcosa
La colonna
Ognuna delle mie opere ha
il proprio stato d’animo. Forse la Lacrimosa di Mozart. Anche Chopin e
Schumann non suonerebbero male. Molte canzoni dei Cure hanno trovato un posto
in uno stato d’animo adatto. Naturalmente ci sono un sacco di opere kitsch, che
richiedono qualcosa di luminoso, colorato e dinamico, della cruda techno o
industrial — l’album Biopunk Romantica, dal mio progetto elettronico
Koronar — ma in generale vedo la mia arte come una sorta di prova verso la
trascendenza, lontana dalla nostra determinata esistenza imperfetta, e la
musica classica in questo caso è il miglior accompagnamento.
Thanks